venerdì 27 agosto 2010

LA SITUAZIONE DEI ROM IN SERBIA E CROAZIA

di Marina Szikora (*)

Il polverone sulla questione del destino dei Rom in Francia, come notizia, e’ seguito anche nei paesi balcanici, ma al momento non diventa tema di approfondimento nella regione che affronta altrettanto il problema dell’inserimento sociale della popolazione rom nella vita quotidiana.

Attualmente le autorita’ in Serbia affermano che i rom vivono meglio che negli anni precedenti, ma tutti i rappresentanti di questa minoranza non condividono tali valutazioni. E’ vero che alcuni di loro, grazie all’educazione, riescono ad uscire dal ‘circolo magico della poverta’’, ma gli altri restano alle margini senza alcuna sicurezza finanziaria o sanitaria, informa la Radio Europa libera trattando questo tema. Ultimamente si e’ potuto leggere nei media serbi che i rappresentanti governativi serbi usano termini del tutto inaspettati e affermano che “i rom vivono una specie di rinascimento”. Cosi’ il ministro per i diritti umani e di minoranze serbo, Svetozar Ciplic ha detto che lo Stato si comporta verso i rom meglio che negli anni precedenti e che la Serbia sta facendo molto di piu’ sul piano della loro integrazione risptto agli anni precedenti. “La posizione dei Rom non puo’ essere cambiata e non puo’ progredire in tempo breve e tutti quelli che lo dicono non sanno qual’e’ la vera situazione e non sono persone serie. La comunita’ rom e’ cambiata, ha avuto la sua evoluzione, ha avuto progresso e ha raggiunto una certa maturita’ al suo interno. Cosi’ dopo cinque anni del decennio dei rom, la Serbia offre assistenza in questo decennio e i rom migliorano la loro posizione” ha detto il ministro Ciplic.

Ci sono anche rappresentanti rom che concordano con queste affermazioni ma si tratta comunque di piccoli passi in avanti rispetto a quello che necessariamente dovrebbe essere fatto affinche’ l’integrazione dei rom possa essere compiuta definitivamente. C’e’ da dire che in Serbia solo il 9 percento della popolazione rom ha un lavoro fisso, che solo il 30 percento ha terminato la scuola elementare, circa 9 percento frequenta le medie mentre il solo 0,01 percento ha una educazione universitaria. In una intervista alla Radio Free Europe, Dragoljub Ackovic, vicepresidente del Parlamento mondiale dei Rom ha detto che i problemi che questa popolazione affronta in Serbia sono simili o quasi identici come in altre parti del mondo e che il problema principale, in effetti, e’ l’educazione. Un esempio di come l’educazione puo’ garantire una vita decente e’ quello di Dejan Marinkovic, ingegnere di trasporto di Valjevo. Grazie all’educazione, afferma questo rappresentante rom, con la sua famiglia vive molto decentemente e proprio grazie all’educazione e’ riuscito a far fine con la poverta’. Dall’altra parte, i dati dimostrano che la gran maggioranza dei bambini rom sono fuori dal sistema scolastico, i genitori disoccupati, vivono in pessime condizioni igieniche nelle periferie delle citta’ e dei villaggi affrontando ovunque poverta’, violenze e discriminazione raziale.

Secondo le valutazioni, sul territorio della Serbia esistono oltre 100 villaggi rom in pessime condizioni igieniche. Secondo il censimento del 2002, in Serbia ci sono circa 110.000 rom, ma secondo le valutazioni degli esperti ce ne sono tra 400.000 e 700.000. Ad esempio, ci sono molti rom in Kursumija che e’ una delle citta’ piu’ povere della Serbia. Questi rom dichiarano di avere una vita molto difficile, non hanno ne’ soldi ne’ cibo, sono senza lavoro e non possono educare i figli. Uno di questi, padre di una famiglia di nove bambini racconta di ricevere un minimo di aiuto dallo Stato ed e’ costretto a chiedere l’elemosina per poter comprare il pane. Questo e’ il destino del maggior numero dei rom in Kursumija. Come segno di sostegno, in occasione della Giornata dei Rom, il Ministero per i diritti umani e di minoranze ha dirstribuito 40 computer portatili ai migliori allievi di nazionalita’ rom. Milan Rakic, 18 anni, di Krusevac ha dichiarato a tal proposito che questo gli significa molto “poiche’ dimostra che valgo qualcosa, mi fa crescere la fede in me stesso e mi fa credere in un futuro migliore”. In Serbia, nel 2002 ai rom e’ stato riconosciuto lo status di minoranza nazionale il che ha contribuito a migliorare la loro situazione istituzionale. In realta’ pero’ a causa di distanza etnica e un’aiuto insufficiente dello Stato, lo status dei rom non e’ migliorato notevolmente. Da ricordare anche che cinque anni fa e’ stata stabilito il cosidetto “Primo decennio” dei Rom (2005-2015) promosso da 8 paesi dell’Europa sudorientale. Questo decennio dovrebbe rappresentare un obbligo politico dei paesi firmatari di effettuare, a livello nazionale, i programmi e le riforme con l’obbiettivo di migliorare la posizione dei rom. Come settori prioritari questi paesi si sono posti l’educazione, sanita’, occupazione e abitazione. Serbia e Croazia fanno parte di questa iniziativa.

Negli ultimi anni e’ stato fatto molto per il miglioramento delle condizioni di vita dei rom in Croazia, ha detto la premier croata Jadranka Kosor, in occasione della Giornata mondiale dei Rom. E’ stata anche un’occasione questa per ricevere i membri della Commissione per seguire l’attuazione del Programma nazionale per i rom. Kosor ha sottolineato che la Croazia ha notevolmente aumentato i fondi per il miglioremanto delle condizioni di vita di questa minoranza. Nel 2005 a tal proposito il Governo croato ha stanziato soltanto 2,7 milioni di kune, mentre l’anno scorso perfino 38 milioni di kune. In effetti, il Governo croato nel periodo stabilito come Decennio dei rom, dal 2005 al 2015, in quanto parte del Programma nazionale per i rom sta’ effettuando il piano di azione per l’inserimento dei rom nella vita sociale. La premier croata ha rilevato che l’educazione dei bambini rom e’ una delle condizioni del miglioramento della vita della comunita’ rom in Croazia e ha constatato che e’ stato aumentato notevolmente il numero degli stipendi per l’educazione nelle scuole medie dei bambini rom. Anche il presidente croato Ivo Josipovic ricevendo nel suo Ufficio i membri delle associazioni rom ha espresso speranza che la Croazia ogni anno avra’ sempre migliori rapporti relativi alla situazione dei rom.

Il numero di rom che oggi vivono in Croazia si puo’ solo suporre. Secondo il censimento del 2001, sono stati registrati soltanto 9.463 rom, ma il loro numero reale e’ molto maggiore. L’Ufficio del governo per le minoranze nazionali valuta che in Croazia vivono tra 30.000 e 40.000 rom. C’e’ da sottolineare che in Croazia la comunita’ rom ha il suo rappresentante in Parlamento. Secondo le valutazioni del parlamentare Nazif Memedi in Croazia ci sono oltre 40.000 rom. Molti di loro si dichiarano come macedoni o albanesi, dipendentemente dal paese dal quale si sono trasferiti. In Croazia il maggior numero vive nella contea di Medjimurje. Nuovi e recenti sondaggi sullo status dei rom in Croazia, sulla percentualita’ dei bambini inclusi nell’educazione elementare obbligatoria, sulla percentuale di quelli che hanno un lavoro fisso nonche’ sul livello di tutela sanitaria e status sociale dei rom, non ci sono ancora. L’ultimo sondaggio di questo tipo e’ stato effettuato nel 2002 il quale ha mostrato uno status molto precario di occupazione sociale ed educativa dei rom e soprattutto una posizione molto difficile e senza diritti delle donne rom. Anche se proprio il Programma nazionale del governo per i rom prevede come una delle priorita’ l’inserimento dei bambini rom nelle scuole e la sopressione della loro segregazione, e’ proprio la segregazione dei rom nelle scuole elementari croate uno dei problemi maggiori. C’e’ da aggiungere che lo scorso marzo, la Corte europea per i diritti umani ha inflitto una sentenza contro la Croazia a causa della segregazione di 15 bambini rom in quattro scuole elementari a Medjimurje. La sentenza riguarda la situazione del 2000 quando nelle scuole di questa contea i bambini rom erano tenuti in classi separate perche’ non conoscevano sufficientemente la lingua croata.

L’avvocato Lovorka Kusan e il Centro europeo per i diritti di rom hanno fatto causa contro lo Stato croato perche’ con la segregazione dei bambini rom viola i loro diritti umani e di minoranze. Davanti alle corti croate, ivi compresa la Corte costituzionale avevano perso tutti i processi. Ma il diritto alla soddisfazione e’ arrivato quest’anno dalla Corte europea per i diritti umani. Secondo questa sentenza la Croazia deve pagare a questi bambini che oggi sono magiorenni una riparazione di 4.000 euro. La sentenza obbliga le autorita’ croate a intraprendere le misure che serviranno ad ostacolare queste e simili violazioni di diritti umani e di minoranze nel futuro. Anche se la sentenza e’ relativa alla situazione di dieci anni fa, l’avvocato Lovorka Kusan avverte che la situazione attuale, per quanto riguarda la segregazione dei bambini rom nelle scuole elementari, e’ ancora peggiore rispetto al 2000. Kusan afferma che dieci anni fa, in Croazia c’erano 28 classi separate per i bambini rom, mentre oggi ce ne sono addirittura 67. E’ vero che l’aumento del numero di classi separate e’ parzialmente conseguenza di una larga azione per il maggiore inserimento dei bambini rom nel sistema scolastico, ma lo Stato – afferma l’avvocato – deve impegnarsi di piu’ affinche’ i bambini rom possano imparare la lingua croata e seguire l’insegnamento con i bambini della popolazione maggioritaria.

(*) Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è la trascrizione della corrispondenza per lo Speciale di Passaggio a Sud Est andato in aonda mercoledì 25 agosto e dedicato alla condizione dei Rom nei Balcani
                

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